A volte i linfonodi (che abbiamo disseminati nel corpo), nello svolgimento di compiti normali alla loro funzione, possono ingrossarsi, in diversi casi diventare dolenti, ed essere motivo di preoccupazione per la persona che li nota, sia esso un bambino, adolescente o adulto.
Spesso queste manifestazioni, sono semplicemente l’espressione di una normale risposta immunitaria ad un determinato stimolo, tuttavia la lentezza nel ritornare ad una situazione di normalità (frequentemente consenguente ad uno stato infiammatorio) induce la richiesta di approfondimenti.
Uno di questi, è rappresentato dalla biopsia del linfondo.
Essa consiste nel prelievo attraverso un ago, di una piccola quantità di materiale linfonodale, che verrà successivamente analizzato.
Il prelievo puo’ avvenire attraverso due modalità:
– con ago molto sottile (per citologia) per la raccolta di cellule,
– oppure con un ago di dimensioni maggiori (per istologia), per la raccolta di frustoli di tessuto (quantità maggiori).
Nella prima modalità non è necessaria anestesia, il prelievo è piuttosto rapido, le complicanze sono assenti, ma il materiale prelevato potrebbe essere insufficiente per porre una diagnosi.
Nel secondo caso la procedura è un po’ piu’ complessa, è necessaria una anestesia locale (lidocaina), che renderà assolutamente indolore il prelievo, ed in genere il risultato porta ad una diagnosi certa; occore come in altri prelievi di questo tipo, sospendere eventuali terapie assunte per via orale, con anticoagulanti o antiaggreganti, almeno 5 giorni prima della biopsia.